I dubbi della Germania: «Il rispetto dei diritti umani deve essere al centro della cooperazione». La premier italiana lancia l’allarme: «Il collasso di Tunisi potrebbe provocare 900 mila rifugiati»
La Stampa Le votazioni per il Quirinale si avvicinano e all’interno dei partiti crescono le tensioni. A cominciare dal centrodestra dove l’intesa è lontana. Abbastanza perché la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, chieda subito un vertice. Il segretario del Pd, Enrico Letta, invece, ha convocato i grandi elettori Dem domenica 23 gennaio alle 17 nella saletta dei gruppi parlamentari alla Camera, alla vigilia della prima votazione per il Quirinale. Intanto, il Movimento 5 Stelle alza le barricante contro la possibile candidatura di Silvio Berlusconi: «Fino a quando il centrodestra non toglierà dal tavolo il nome di Berlusconi, non sarà possibile parlare di profili condivisi per il Quirinale» ha detto il vicepresidente del M5S, Michele Gubitosa, a “Porta a Porta” su Rai 1. Il centrodestra, prova a serrare le fila: «Io voterò secondo la scelta unanime, spero, che farà il centrodestra, puntando su figura più rappresentativa possibile», ha detto il presidente della Regione sici
S tanno spingendo ancora su Giuliano Amato», dice Giuseppe Conte ai suoi nel gabinetto di guerra che è diventato la cabina di regia M5S. «Dicono che sarebbe la soluzione ideale perché il quadro si assesti, ma avremmo tutto il nostro mondo contro. Allora perché non Elisabetta Belloni? È ai servizi da pochi mesi, non può essere un handicap». Quanto ad Andrea Riccardi, l’avvocato la pensa come Enrico Letta, o almeno come il segretario dem dice ai grandi elettori riuniti ieri al Nazareno (assente e forse offeso Dario Franceschini): «Sarebbe il candidato ideale». https://www.lastampa.it
Commenti
Posta un commento